È uno dei sogni più ambiti per tante giovani coppie italiane. L’acquisto casa rappresenta il primo tassello per creare un nucleo familiare autonomo rispetto a quello dei genitori. Non è sicuramente una spesa che tutti possono affrontare, in quanto richiede un’ingente mole di sacrifici. Il primo passo da valutare riguarda l’accensione del mutuo che nel 2015 presenta, però, una serie di novità per acquisto casa relativo al primo immobile.
Secondo gli esperti sono due i dati principali da tenere a mente: lo spread in discesa e l‘imposta compravendite che risulta ridotta al 2%. Parliamo di novità importanti per tutti coloro che sono intenzionati ad investire per l’acquisto della loro prima casa che non sia di lusso. In realtà l’abbassamento dello spread era già partito dagli ultimi mesi del 2013 per poi continuare gradualmente questa calata. Già nel 2014 i tassi, in media più alti del 3%, sono scesi improvvisamente fino a toccare un valore compreso tra il 2,5 e il 2,6%. Un fenomeno che non sembra arrestarsi negli ultimi mesi e che secondo le prime previsioni proseguirà sino a raggiungere tassi ancora più convenienti.
Per gli addetti ai lavori si tratta di un segnale dell’agognata ripresa economica che sembra stia prendendo man mano forma. Nel corso del 2014 anche le imposte applicabili per le compravendite sono andate a diminuire. Per i prossimi mesi, inoltre, si preannuncia un cambiamento dell’imposta fiscale riguardante acquisto casa (prima casa), che dovrebbe passare dal 3% al 2%. A sancire questa nuova realtà è il Decreto Legislativo 23/2011, entrato in vigore questo nuovo anno 2015 e che circoscrive da cinque a due l’applicazione delle aliquote per l’imposta di registro.
Ma quali sono le imposte applicabili nel 2015?
- L’aliquota ridotta dal 3% al 2%, per trasferimenti che abbiano come oggetto fabbricati ad uso abitativo, posti sotto le condizioni favorevoli ad usufruire dell’agevolazione prima casa. Sono escluse però le categorie catastali denominate A1, A8 e A9;
- L’aliquota ordinaria del 9%, in caso di altra tipologia di trasferimenti immobiliari.
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Quando si registrano trasferimenti immobiliari a titolo oneroso, il Decreto delibera un’imposta di registro dovuta in una misura proporzionale non inferiore ai 1.000 euro. Previsto, inoltre, anche il Decreto Legislativo. 104/2013 per i trasferimenti immobiliari: esso comporta l’introduzione delle imposte ipotecarie e catastali con misura fissa di 50,00 euro per gli atti con imposta di registro in misura proporzionale del 2%, con niente di dovuto a titolo di tributi, tasse ipotecarie o bollo.
Prendendo come punto di riferimento i trasferimenti immobiliari per le abitazioni dotate delle agevolazioni prima casa, le informazioni date in precedenza potranno apparire sicuramente più chiare. In questi casi, infatti, il cittadino potrà beneficiare di diversi vantaggi:
- Un’imposta di registro non più pari al 3%, ma al 2%;
- Imposte ipotecarie e catastali non più pari a 168,00 euro ciascuna ma a 50,00 euro ciascuna.
Parliamo di un risparmio sicuramente notevole in termini economici. Prendendo come punto di riferimento un atto di compravendita immobiliare di un importo di 200.000 euro, è chiaro che bisognerà versare una serie di imposte minori di oltre 2000 euro.